
Molto sarebbe da dire per quanto riguarda la pronunzia, perché, anche senza parlare degli stranieri che si accingono allo studio del canto nel nostro idioma, nella stessa Italia, dove parrebbe che la nostra lingua…
Reicha, dopo aver spiegato il modo corretto, semplice, espressivo e nobile col quale si cantava ai tempi di Palestrina, Allegri, Corelli, Haendel, Leo, Durante, Marcello e Jomelli, fino a quelli di Hasse…
Le consonanti hanno molta influenza sulla emissione delle vocali e perciò il loro studio non è meno importante di quello dell’emissione delle vocali stesse.
Le consonanti hanno molta influenza sulla emissione delle vocali e perciò il loro studio non è meno importante di quello dell’emissione delle vocali stesse.
Il canto non risponderebbe alle esigenze dell’arte se una composizione musicale mancasse della espressione a lei conveniente, ovvero ne avesse una male appropriata.
Per l’emissione di tutte le vocali, la bocca dovrà conservare la sua forma ovale come per la vocale O, e negli esercizi d’impostazione devono venir adoperate tutte le vocali senza preferenza alcuna. In seguito, nei vocalizzi, si potrà limitare alquanto l’impiego della vocale U.
Stabilire la posizione che deve avere l’organo vocale nell’emissione di una vocale-nota qualunque, significa trovarle il posto esatto dove essa ha la massima risonanza…
I progressi degli scolari dipendono più dalla cura coscienziosa portata negli studi, che dal numero di ore impiegate nell’esercitarsi, ma conviene aggiungere che, per non rendere infruttuosa questa affermazione, è necessario prendere anche una via di condotta molto razionale, per quanto riguarda l’ordine degli esercizi.
Pe mantenere in buone condizioni l’organo vocale e per potersi lungamente servire di questo prezioso strumento, il cantante non dovrà aspettare i malanni per curarli poi; egli cercherà bensì di evitarli e di prevenirli coi mezzi suggeriti dall’igiene.
Non ho la pretesa che un cantante, studiando questo mio libro riesca meglio di quello che potrebbe studiandone un altro, però credo che per l’ordine dello studio, per il modo con cui ho esposto le nozioni dell’impostazione e dell’emissione della voce, e in generale per i principi sui quali ho basato lo studio del canto, possa essere utilissimo, in ispecie agl’insegnanti, e servire come guida nell’educazione della voce.
Niuna cosa inanimisce più ad offerire altrui eziandio i piccioli doni che la gratitudine di chi talora si è degnato riceverli. V. S. Illustrissima si compiacque sempre di favorire e gradire non dirò i doni…
Dal rapporto dei suoni con la voce hanno origine i registri. Molte e varie sono le definizioni dei registri, perché è molto più facile rendersi ragione del fatto che non riassumerlo in poche parole.
Nell’accingersi ad educare una voce, oltre all’applicare tutti i precetti e le norme che ho fin qui esposto converrà analizzarla con accurati studi di osservazione per farsi un concetto esatto di tutte le qualità, buone o cattive, che essa voce possiede al fine di sottoporla a quel trattamento che più le si conviene per svilupparla e correggerne i difetti.
Parlando del timbro, abbiamo già notato che il discendere della laringe facilita l’emissione delle note acute e il rialzarsi quello delle basse. Da questi movimenti della laringe, derivano pure le note aperte e chiuse, per le quali si fanno tante questioni non sempre appropriate.
Prima di passare allo studio dell’emissione e dell’impostazione della voce, saranno necessarie alcune considerazioni sul suono naturale prodotto dall’organo vocale.
L’artista di canto non può esprimere colla dovuta verità i sentimenti della composizione musicale se non ha imparato a mettere le inflessioni della sua voce in armonia col pensiero.
La musica istrumentale e la musica vocale son soggette alle leggi imperiture dell’imitazione; l’una completa l’altra, ed amendue, sieno unite o separate, non fanno che riflettere la natura.
Non v’ha dizione corretta senza buona pronuncia, nè buona pronuncia senza articolazione chiara e nitida.
Nelle precedenti lezioni abbiamo richiamato l’attenzione dell’allievo sulla formazione delle vocali e sul loro uso nei rapporti col sentimento e colle inflessioni. Ci rimane ora a parlare della consonanti, cioè della loro natura ed influenza nell’articolazione.
V’è de’cantanti rinomati che hanno l’abitudine d’esercitarsi sur un cembalo accordato più basso di quello che i fabbricatori di strumenti sogliono fare, e più basso perciò delle orchestre.
Di tutti gli strumenti, la voce umana è il più delicato e fragile. Essendo gli organi, che servono a produrla, soggetti alla doppia influenza e delle cause generali di salute o di malattia e di tutte le passioni che ci agitano, essi trovansi esposti a mille differenti pericoli.
Avendo io composto in musica in stile rappresentativo la favola d’Euridice e fattala stampare, m’è parso parte di mio debito dedicarla a V. S. Illustrissima, alla quale io son sempre stato particolar servitore, e a cui mi truovo infinitamente obbligato.
Il cantante eviterà di esercitarsi durante la digestione, perchè, 1. stonerebbe; 2. s’esporrebbe ad un’indigestione; 3. getterebbe un disordine grande nella circolazione.
Nell’accingerci ad esaminare le qualità più necessarie all’allievo, noi avremo in mira il cantante che vuol dedicarsi alla carriera teatrale.
Un moderato ed acconcio uso di esercizi corporei riesce non poco giovevole al cantante, al comico, all’oratore. Sventuratamente, nell’esercizio della nostra carriera, abbiamo avuto spessissimo occasione di osservare, che un gran numero di artisti…
Non vi ha alcuna ragione per cui durante il periodo della muta della voce non si debbano continuare gli esercizi di canto, purché si usino le debite cure.
Generalmente parlando, allorché ci accorgiamo che la voce incomincia a mutarsi, i maestri di musica sogliono, la maggior parte, sospendere qualunque esercizio, ed anche proibiscono ai loro allievi di cantar soli.
Non bisogna confondere l’intensità col volume, quantunque si trovino di frequente assieme giacchè l’accrescimento d’intensità non trae sempre con sè l’aumento del volume potendo un suono esser debole e voluminoso a un tempo stesso.
Prima cura adunque quando non si è bene in voce è il riposo, il silenzio. E proprio il caso in cui la parola è d’argento ma il silenzio è d’oro.
Se un esercizio vocale non riesce perché manca l’agilità o non si possono attaccare bene le note acute o le centrali; od i suoni escono malsicuri, si spezzano, si fanno stecche; se vi ha durezza, non è facile il piano, sono impossibili le smorzature al pianissimo…
Possono venire ostacoli al buon funzionamento degli organi vocali da altre cause non inerenti al modo di compiere il lavoro stesso.
Il cantante, il cui lavoro vocale non è ad arbitrio suo ma vincolato, deve fare una scelta delle opere che sono perfettamente adatte alla sua voce.
Giova premettere anzitutto che per accingersi allo studio del canto è mestieri possedere tutti i requisiti necessari. Il detto che per cantare basta aver voce è un’asserzione inesatta. Sarebbe come se si dicesse che per studiare il pianoforte basta possedere mani adatte.
Per ottenere la regolare posizione aperta del diaframma, è consigliabile tenere il corpo eretto e le mani dietro la schiena.
Se in una occasione eccezionale si può usufruire anche delle riserve di energia; se nel pieno vigore della vita si può compiere uno sforzo facendo assegnamento sulle ancor valide potenze riparatrici, non dovremmo
mai lusingarci di poter fare ciò nell’età matura.
A qualcuno apparirà forse superflua o addirittura anacronistica la pubblicazione di queste brevi pagine: come riportare alla luce un fossile di ère remote, vestigia di civiltà sepolte e non più rinnovabili. Ma la realtà dell’odierna situazione del teatro lirico, particolarmente nel campo più vocale, s’incarica di smentire il giudizio: questa pubblicazione è tutt’altro che « archeologica ».
Per chi deve fare uso professionale della voce non basta che la abbia potente, ben intonata, di grande estensione, aggradevole nel metallo, ma bisogna che la abbia. anche agile e resistente al lavoro.
Per smania di certi effetti o per cattivo gusto, o perchè riesce più facile emissione di date note, taluni emettono la voce o troppo chiusa o troppo aperta, oppure sostituiscono una vocale ad un’altra.
Perciò chi aspira al canto rifletta seriamente sulle sue possibilità vocali ed artistiche, poiché la carriera sarà piena di gioie e di splendide emozioni, se vi sarà veramente la voce e l’istinto del canto; ma sarà una tormentosa esistenza per colui che avrà la voce incerta e sarà privo di talento artistico.
Decidere a quale tessitura appartenga una voce è cosa talvolta assai difficile nell’età giovanile. V’hanno taluni che per grande elasticità dei loro organi, per vasta estensione vocale, sanno dare tanto le note acute del tenore come le basse del baritono; v’hanno delle ragazze che possono cantare in tessitura di soprano come di contralto.
Il presente opuscolo non è, ne può essere un «trattato di canto», ma può soltanto definirsi facile guida per chi vuole dedicarsi al canto o alla conoscenza di esso e per il raggiungimento dell’appoggio vocale libero, naturale.
Il canto è lo sport ideale per tutti: uomini, donne, adolescenti. Può eseguirsi dovunque e comunque. E un complemento correttivo per quelli che trattano lo sport, ma esige pazienza, disciplina ed energia morale. E un purificatore dell’organismo umano e stimolante di tutte le sue funzioni.
Agli artisti lirici ma specialmente ai giovani aspiranti al Teatro Lirico, mentre abbondano innumerevoli teorie sulla voce tutte tra loro contrastanti e con conseguenze più o meno deleterie, poche norme elementari sull’organo vocale, respirazione, sulla emissione ed appoggio della voce, sulla fisiologia della voce che non solo i cantanti ma anche gli oratori, predicatori, dicitori, attori di prosa ecc. ed amanti della sublime arte del canto dovrebbero conoscere e praticare: di esse norme (o consigli), alcune non hanno certo la pretesa della originalità (troppi mi hanno preceduto nel tempo e nella enunciazione), altre sono frutto di lunga esperienza professionale artistica e didattica.
Scopo delle lezioni precedenti fu quello di mettere l’allievo in grado di disporre con sicurezza ed a suo agio dell’organo vocale, e cosi di potersene servire giudiziosamente per esprimere colle inflessioni della voce i diversi sentimenti e le varie passioni.
Nella voce si fanno distinzioni di intensità, di tonalità, di metallo, di agilità, di resistenza. Per ottenere tali effetti vi ha un mantice – il polmone – che dà l’aria occorrente a destare le vibrazioni sonore nel pomo d’Adamo – laringe -, ed una cassa armonica costituita dalle fauci e dalla cavità del naso e della bocca.
La vecchia scuola di canto italiana che fin dal suo inizio, verso il 1600, per quanto si dica, trattava questo studio con giusti criteri scientifici, ci ha dato troppi preziosi consigli perchè io abbia la pretesa di dire cose nuove.
L’agilità un requisito essenziale per l’artista di canto, sia dal punto di vista della elasticità e morbidezza della voce, sia da quello del canto di bravura.
Il dì 26 del passato febbraio, nella discussione sul bilancio di prima previsione del Ministero della pubblica istruzione, l’onorevole Bovio pronunciò alla Camera un discorso in favore dell’arte musicale.
In quanto poi alla spontaneità ed alla larghezza delle nostre vocali, nessuno potrà certamente negarlo, ma bisogna pur convenire che, in ogni tempo, il canto fu degnamente trattato anche da idiomi ben diversi dal nostro, e dove si rinvengono più numerose vocali, meno spontanee e meno aperte.
Anticamente, un solo maestro dirigeva la educazione del cantante, e quindi se non s’impiegavano metodi scritti o stampati, secondo asserisce il Signor Coletti, lo studio seguiva nondimeno un ordine regolare ed uniforme, per la ragione appunto che l’insegnante era uno solo.
Odi, poesie, canzoni, apprezzamenti di grandi artisti del suo tempo e innumerevoli critiche giornalistiche delle principali capitali europee dove la Malibran ha dispiegato la sua arte, essi testimoniano che Maria era riuscita a catturare la piena attenzione in un periodo in cui non mancavano cantanti impegnati e di alto calibro.
Vorrei sottolineare l’importanza della forza e dello sviluppo fisico nell’esercizio dell’arte vocale. Non dobbiamo dimenticare che tutto il nostro corpo è uno strumento e che dipendiamo dalla sua intera disposizione per l’esercizio del canto.
L’atto della respirazione è composto da due tempi regolari e ritmici: quello dell’inspirazione e quello dell’espirazione, con la rispettiva dilatazione e contrazione dei polmoni.
Sono passati quasi due secoli da quando la respirazione applicata al canto trovò il suo punto più alto di sviluppo, evolvendosi di pari passo con i bisogni spinti dall’emissione del suono e questa, a sua volta, dai nuovi vestiti del dramma, che in pieno romanticismo, necessitavano degli organi responsabili della vocalità e della respirazione di un potere e di una fermezza fino ad allora ineguagliati dai precedenti stili vocali.
È errore credere che gli studi tecnici sull’istrumento vocale possano inceppare la spontaneità dell’ emissione del suono.
L’unione dei registri è uno degli assi portanti degli studi sulle emissioni. In questa prima fase del metodo di apprendimento del canto si affronta lo sviluppo di ciascuno dei registri e la loro unione attraverso il lavoro sui passaggi. È condizione indispensabile per un artista cantante poter passare da un registro all’altro senza alcuna difficoltà.
Pretendere di educare una voce a partire dai suoi attributi secondari comporta la scomposizione del meccanismo o emissione del suono. Questo tipo di insegnamento è molto forviante ed in generale distorce lo strumento anziché crearlo sulle giuste basi.
Nell’attuale panorama dell’insegnamento e dell’apprendimento del canto, ritengo necessario chiarire alcuni concetti in relazione a quest’arte. Tra questi, la nozione di scuola e quella di metodo, due concetti intimamente collegati.
È una triste ma innegabile verità che il canto trovasi oggigiorno in un stato di deplorabile decadenza. Ed è tanto più doloroso questo fatto, in quanto che non è soltanto al giudizio degli intelligenti ch’esso risulta, ma benanco dall’impressione che ne ricevono le masse più ignare alle audizioni degli spettacoli musicali che ci vengono presentati tanto nei piccoli quanto nei maggiori nostri teatri. Sulle cause appunto di tale decadimento fermai alcun poco la mia attenzione, cercai d’indagarne i movimenti, ed è perciò che non credetti inutile cosa aprire questi miei rudimenti elementari con qualche riflessione su tale argomento.
Il mistero in cui sempre s’avvolse e s’avvolge tuttora la formazione della voce umana, e specialmente di quella modificazione di voce che al canto viene assegnata, fece sì che fino al presente tante e sì contrarie tra loro venissero da’ maestri del canto fissate le regole per ottenere il maggiore sviluppo e volume vocale.
Manuel del Pópulo Vicente García nacque a Siviglia nel 1775. Le sue origini erano umili e di poco auspicio. Uomo di ferrea volontà, con una illimitata aspirazione per l’eccellenza e un’ambizione all’altezza del suo coraggio, lo fecero arrivare al livello più alto dell’arte nella sua epoca; attraverso la sua eredità artistica e quella dei propri figli Manuel Patricio García, María Malibrán y Pauline Viardot, arrivò a conquistare una grande importanza nella storia della musica e nell’arte del canto.