
Molto sarebbe da dire per quanto riguarda la pronunzia, perché, anche senza parlare degli stranieri che si accingono allo studio del canto nel nostro idioma, nella stessa Italia, dove parrebbe che la nostra lingua…
Reicha, dopo aver spiegato il modo corretto, semplice, espressivo e nobile col quale si cantava ai tempi di Palestrina, Allegri, Corelli, Haendel, Leo, Durante, Marcello e Jomelli, fino a quelli di Hasse…
Le consonanti hanno molta influenza sulla emissione delle vocali e perciò il loro studio non è meno importante di quello dell’emissione delle vocali stesse.
Le consonanti hanno molta influenza sulla emissione delle vocali e perciò il loro studio non è meno importante di quello dell’emissione delle vocali stesse.
Il canto non risponderebbe alle esigenze dell’arte se una composizione musicale mancasse della espressione a lei conveniente, ovvero ne avesse una male appropriata.
Per l’emissione di tutte le vocali, la bocca dovrà conservare la sua forma ovale come per la vocale O, e negli esercizi d’impostazione devono venir adoperate tutte le vocali senza preferenza alcuna. In seguito, nei vocalizzi, si potrà limitare alquanto l’impiego della vocale U.
Stabilire la posizione che deve avere l’organo vocale nell’emissione di una vocale-nota qualunque, significa trovarle il posto esatto dove essa ha la massima risonanza…
I progressi degli scolari dipendono più dalla cura coscienziosa portata negli studi, che dal numero di ore impiegate nell’esercitarsi, ma conviene aggiungere che, per non rendere infruttuosa questa affermazione, è necessario prendere anche una via di condotta molto razionale, per quanto riguarda l’ordine degli esercizi.
Pe mantenere in buone condizioni l’organo vocale e per potersi lungamente servire di questo prezioso strumento, il cantante non dovrà aspettare i malanni per curarli poi; egli cercherà bensì di evitarli e di prevenirli coi mezzi suggeriti dall’igiene.
Ben di sovente fu detto, nulla darsi di più effimero della gloria de’ virtuosi, ed in ispecial guisa di quella de’ cantanti, e che un filosofo ha giustamente definito non essere, che una nuvoletta di fumo, la quale fa piangere.
Non ho la pretesa che un cantante, studiando questo mio libro riesca meglio di quello che potrebbe studiandone un altro, però credo che per l’ordine dello studio, per il modo con cui ho esposto le nozioni dell’impostazione e dell’emissione della voce, e in generale per i principi sui quali ho basato lo studio del canto, possa essere utilissimo, in ispecie agl’insegnanti, e servire come guida nell’educazione della voce.
Niuna cosa inanimisce più ad offerire altrui eziandio i piccioli doni che la gratitudine di chi talora si è degnato riceverli. V. S. Illustrissima si compiacque sempre di favorire e gradire non dirò i doni…
Dal rapporto dei suoni con la voce hanno origine i registri. Molte e varie sono le definizioni dei registri, perché è molto più facile rendersi ragione del fatto che non riassumerlo in poche parole.
Nell’accingersi ad educare una voce, oltre all’applicare tutti i precetti e le norme che ho fin qui esposto converrà analizzarla con accurati studi di osservazione per farsi un concetto esatto di tutte le qualità, buone o cattive, che essa voce possiede al fine di sottoporla a quel trattamento che più le si conviene per svilupparla e correggerne i difetti.
Per quanto riguarda la formazione delle vocali in relazione al canto, devo evidenziare un fattore estremamente importante: l’assoluta necessità di concepire mentalmente e anticipatamente la vocale con il suo colore o timbro, in forma pura o modificata, che si desideri produrre.
Parlando del timbro, abbiamo già notato che il discendere della laringe facilita l’emissione delle note acute e il rialzarsi quello delle basse. Da questi movimenti della laringe, derivano pure le note aperte e chiuse, per le quali si fanno tante questioni non sempre appropriate.
La vera origine delle voci di Tenore di forza, introdotte, come parte rilevante, nel dramma musicale, è di recente data. Finché durava il regno dei Castrati, sarebbe stato impossibile di porre a fianco di questi eccezionali cantanti un tenore qualunque, avesse pure la levatura di Rubini: la lor gelosia n’avrebbe opposto insuperabile ostacolo.
Tutti i celebri cantanti del passato non italiani come Sims Reeves, Charles Santley, Emma Albani, Marcella Sembrich, Nellie Melba, Victor Maurel, Marcel Journet, Dinh Gilly ed altri.
Prima di passare allo studio dell’emissione e dell’impostazione della voce, saranno necessarie alcune considerazioni sul suono naturale prodotto dall’organo vocale.
L’artista di canto non può esprimere colla dovuta verità i sentimenti della composizione musicale se non ha imparato a mettere le inflessioni della sua voce in armonia col pensiero.
Cos’è un registro vocale? Nient’altro che un’estensione, un ambito vocale; una successione di suoni cantati in un certo modo che sono prodotti da una particolare posizione degli organi vocali, come laringe, lingue, palato.
La musica istrumentale e la musica vocale son soggette alle leggi imperiture dell’imitazione; l’una completa l’altra, ed amendue, sieno unite o separate, non fanno che riflettere la natura.
Non v’ha dizione corretta senza buona pronuncia, nè buona pronuncia senza articolazione chiara e nitida.
La voce di testa costituisce per il suo valore il più grande tesoro per tutti i cantanti.
Ecco certamente una questione bruciante che agita il mondo musicale dal giorno in cui il do di petto usci per la prima volta dalla gola di Arnoldo nel Guglielmo Tell di Rossini; di quest’uomo di genio che ha incominciato la sua splendida carriera nella città che ora abitiamo, al teatro S. Moisè, a due passi dalla casa dove queste linee scriviamo.
Nelle precedenti lezioni abbiamo richiamato l’attenzione dell’allievo sulla formazione delle vocali e sul loro uso nei rapporti col sentimento e colle inflessioni. Ci rimane ora a parlare della consonanti, cioè della loro natura ed influenza nell’articolazione.
V’è de’cantanti rinomati che hanno l’abitudine d’esercitarsi sur un cembalo accordato più basso di quello che i fabbricatori di strumenti sogliono fare, e più basso perciò delle orchestre.
Di tutti gli strumenti, la voce umana è il più delicato e fragile. Essendo gli organi, che servono a produrla, soggetti alla doppia influenza e delle cause generali di salute o di malattia e di tutte le passioni che ci agitano, essi trovansi esposti a mille differenti pericoli.
Avendo io composto in musica in stile rappresentativo la favola d’Euridice e fattala stampare, m’è parso parte di mio debito dedicarla a V. S. Illustrissima, alla quale io son sempre stato particolar servitore, e a cui mi truovo infinitamente obbligato.
Il cantante eviterà di esercitarsi durante la digestione, perchè, 1. stonerebbe; 2. s’esporrebbe ad un’indigestione; 3. getterebbe un disordine grande nella circolazione.
Non infastidirò il benevole lettore con una descrizione analitica delle parti formanti gli organi vocali e respiratori. Nello stesso modo che poco importa all’istrumentista l’indagare quali sieno le cause della formazione fonica del suo strumento, così pure il cantante può evitare l’inutile e fastidioso studio della conoscenza scientifica ed anatomica dell’apparato vocale.
Nell’accingerci ad esaminare le qualità più necessarie all’allievo, noi avremo in mira il cantante che vuol dedicarsi alla carriera teatrale.
Un moderato ed acconcio uso di esercizi corporei riesce non poco giovevole al cantante, al comico, all’oratore. Sventuratamente, nell’esercizio della nostra carriera, abbiamo avuto spessissimo occasione di osservare, che un gran numero di artisti…
Non vi ha alcuna ragione per cui durante il periodo della muta della voce non si debbano continuare gli esercizi di canto, purché si usino le debite cure.
Generalmente parlando, allorché ci accorgiamo che la voce incomincia a mutarsi, i maestri di musica sogliono, la maggior parte, sospendere qualunque esercizio, ed anche proibiscono ai loro allievi di cantar soli.
Cantar di petto è la sola emissione che deve adottare il cantante teatrale, siccome la più corretta e la più naturale, benchè forse la più rara; ciò proviene dalla poca cura che hanno generalmente i maestri d’insistere abbastanza nello studio primitivo della semplice emissione vocale, fintantochè non sieno sicuri di aver procurato il vero punto d’appoggio, alla voce loro affidata.
Non bisogna confondere l’intensità col volume, quantunque si trovino di frequente assieme giacchè l’accrescimento d’intensità non trae sempre con sè l’aumento del volume potendo un suono esser debole e voluminoso a un tempo stesso.
Prima cura adunque quando non si è bene in voce è il riposo, il silenzio. E proprio il caso in cui la parola è d’argento ma il silenzio è d’oro.
Se un esercizio vocale non riesce perché manca l’agilità o non si possono attaccare bene le note acute o le centrali; od i suoni escono malsicuri, si spezzano, si fanno stecche; se vi ha durezza, non è facile il piano, sono impossibili le smorzature al pianissimo…
Fino adesso non ho accennato che alla vocale A per lo studio della voce; e siccome il canto deve adattarsi a parole ove le cinque vocali vengono costantemente rappresentate, prima di passare allo studio complessivo della pronunzia, bisogna potersi rendere conto dell’emissione particolare ad ogni vocale.
Una volta che il cantante abbia acquistato questi due essenziali punti di partenza, cioè l’appoggio della voce e l’unione de’ suoi registri, potrà dirsi di già ai due terzi del suo cammino giacchè il rimanente non richiede che poca fatica essendo soltanto uno studio meccanico che riposa unicamente sulla pratica dei principii già enunciati.
Quando più grandi sono gli sforzi fisici per costringere il suono e per trattenerlo, tanto peggiori saranno le conseguenze. Per la maggior parte degli sfortunati cantanti il risultato sarà la perdita della voce!
Noi ci prendiamo la gran libertà di rivolgere questo capitolo ai medici, la cui precipua cura è di trattare le malattie della laringe e degli organi respiratorii.
Una volta che il cantante avrà superato separatamente tutte le difficoltà che presenta lo studio della voce si dovrà dedicare allo studio del vocalizzo, che altro non è che l’applicazione simultanea di tutti i principii formanti la base del canto.
Altrettanto è avvenuto della voce. Destinata alla manifestazione delle idee per mezzo del semplice discorso, essa mercè la sua bellezza originò il canto, il quale consuonando e rispondendo alle interne emozioni della psiche, fu adoperato come espressione artistica dell’affetto, dando luogo ai diversi sistemi musicali delle passate generazioni.
L’apprendimento della tecnica artistica è sempre legato all’esagerazione. Ma il suo scopo è quello di far cogliere i propri sentimenti più delicati e profondi (tanto più profondi, quanto più complessi) alla più ampia platea.
Possono venire ostacoli al buon funzionamento degli organi vocali da altre cause non inerenti al modo di compiere il lavoro stesso.
Nessun organismo ha tanta affinità colla voce quanto l’apparato della generazione. Difatti si vede che appena l’uomo entra nell’età della pubertà, l’organo vocale subisce un’intera rivoluzione; qui è d’uopo consigliare a’ giovani che hanno idea, o speranza di lanciarsi nella carriera teatrale, di astenersi da qualunque studio vocale prima che la natura non abbia compiuto il suo travaglio; trasgredire questa legge di natura potrebbe avere per risultato di perdere per sempre il dono di una bella voce.
Il cantante, il cui lavoro vocale non è ad arbitrio suo ma vincolato, deve fare una scelta delle opere che sono perfettamente adatte alla sua voce.
L’azione del canto, mettendo le parti dell’apparato vocale in uno stato quasi costante di irritazione, il cantante dovrà aver cura, dopo aver cantato, a non esporsi all’azione dell’aria esterna, se non dopo preso alcun momento di riposo: spesse volte la raucedine proviene dall’aver trascurato questa semplice precauzione; vi si dovrà badare con maggiore cura ancora nelle stagioni rigorose.
È riconosciuto che le naturali indisposizioni del corpo umano tendono maggiormente a rivolgersi verso quelle parti che stanno più di continuo esercitate, trovandosi in tal modo in uno stato di normale irritazione; per cui, benchè un cantante sia forte di costituzione ed abbia una particolare cura di sua voce, irrita in siffatto modo le parti che concorrono alla sua azione, che non è raro ch’egli si senta molte volte alquanto incomodato.
Giova premettere anzitutto che per accingersi allo studio del canto è mestieri possedere tutti i requisiti necessari. Il detto che per cantare basta aver voce è un’asserzione inesatta. Sarebbe come se si dicesse che per studiare il pianoforte basta possedere mani adatte.
Capita assai di rado che così tanti autorevoli nonché indispensabili presupposti si trovino tutti riuniti in una sola persona come nel mio caso. Sono figlia di una coppia di cantanti; mia madre, in particolare, era musicalmente molto dotata: non soltanto è stata a lungo attiva come cantante d’opera, ma anche come virtuosa dell’arpa
Si chiede sovente dove far esordire un allievo; se nella città dove ha conoscenze ed amici, o se in altra città straniera. Cagione di tale incertezza è generalmente l’emozione inseparabile da una prima comparsa; frase ormai consacrata a orpellare il più sovente la pochezza dell’ ingegno.
Il punto d’appoggio sulla voce si potrà spostare solo per esprimere sentimenti particolari, come, per esempio, il singhiozzo della disperazione che si caratterizzerà perfettamente, appoggiando la voce in gola; come pure si otterrà agevolmente l’accento delle lacrime o di qualunque altro sentimento patetico dell’anima, portando la voce alle fosse nasali.
Il cantante che abbia a cuore di rendersi vero interprete della musica che ha da cantare, deve avvezzarsi fino dal principio a studiare in un pezzo il carattere e lo stile.
Per ottenere la regolare posizione aperta del diaframma, è consigliabile tenere il corpo eretto e le mani dietro la schiena.
Se in una occasione eccezionale si può usufruire anche delle riserve di energia; se nel pieno vigore della vita si può compiere uno sforzo facendo assegnamento sulle ancor valide potenze riparatrici, non dovremmo
mai lusingarci di poter fare ciò nell’età matura.
Che cosa percepisco? Come faccio a controllare i miei muscoli fonatori? Nella zona media della tessitura di ogni voce, il miglior posizionamento della bocca e il controllo per il lusso corretto dei muscoli fondatori si hanno, per esempio, quando pronunciamo una e molto netta e cerchiamo di mantenere tale posizionamento anche dopo che abbiamo finito di articolarla.
Chiamasi timbro la qualità fonica, ossia il colore di una voce. Vi sono due timbri opposti; il timbro aperto ed il timbro chiuso. I timbri servono all’espressione delle diverse passioni del cuore umano.
A qualcuno apparirà forse superflua o addirittura anacronistica la pubblicazione di queste brevi pagine: come riportare alla luce un fossile di ère remote, vestigia di civiltà sepolte e non più rinnovabili. Ma la realtà dell’odierna situazione del teatro lirico, particolarmente nel campo più vocale, s’incarica di smentire il giudizio: questa pubblicazione è tutt’altro che « archeologica ».
Per chi deve fare uso professionale della voce non basta che la abbia potente, ben intonata, di grande estensione, aggradevole nel metallo, ma bisogna che la abbia. anche agile e resistente al lavoro.
Plaudiamo toto corde a quanto hai scritto sul nostro Teatro lirico afflitto e malato. Sulle sue disfunzioni anche noi abbiamo scritto con lo stesso coraggio e lealtà nei tempi non lontani né facili e con il risultato di sentirci odiati e stranieri in Patria.
I compositori del secolo passato hanno messo pochi segni d’espressione nelle opere loro; ciò che induce a credere che lasciassero alla intelligenza e al gusto del cantante ritrovarne il colorito.
Giacché sopra la laringe spetta alla lingua condurre la colonna di fiato verso le aree di risonanza, l’attenzione rivolta a essa e alla sua posizione, sia nel parlato sia nel canto, non sarà mai troppa. A seconda che sia troppo alta o troppo bassa, la lingua può cambiare il suono in maniera significativa e può schiacciarlo fino a comprometterlo del tutto se preme sulla laringe.
Per smania di certi effetti o per cattivo gusto, o perchè riesce più facile emissione di date note, taluni emettono la voce o troppo chiusa o troppo aperta, oppure sostituiscono una vocale ad un’altra.
Perciò chi aspira al canto rifletta seriamente sulle sue possibilità vocali ed artistiche, poiché la carriera sarà piena di gioie e di splendide emozioni, se vi sarà veramente la voce e l’istinto del canto; ma sarà una tormentosa esistenza per colui che avrà la voce incerta e sarà privo di talento artistico.
Decidere a quale tessitura appartenga una voce è cosa talvolta assai difficile nell’età giovanile. V’hanno taluni che per grande elasticità dei loro organi, per vasta estensione vocale, sanno dare tanto le note acute del tenore come le basse del baritono; v’hanno delle ragazze che possono cantare in tessitura di soprano come di contralto.
Bisogna permettere una distinzione fondamentale, fra i compositori antichi e i moderni. Considerando per antichi, s’intende, quelli vissuti e operanti per tutto il secolo scorso, quando cioè avevamo in Italia una grande abbondanza di compositori ma anche di esecutori di eccezione.
Il presente opuscolo non è, ne può essere un «trattato di canto», ma può soltanto definirsi facile guida per chi vuole dedicarsi al canto o alla conoscenza di esso e per il raggiungimento dell’appoggio vocale libero, naturale.
Ho già posto la distinzione fra cantante ed artista ed è necessario partire da questo dato di fatto per orientarci nel seguito della nostra disamina.
Pittore vivo dell’umana natura in sè stesso l’artista incontrerà l’oggetto principale de’ suoi studii, ed il germoglio della sua scienza. Se è vero che egli debba a sua volontà riprodurre fedelmente l’immagine delle passioni che lo hanno commosso senza che egli sia presentemente sotto l’impero di esse, deve perciò essere egli stesso il punto di convergenza dalle costanti sue osservazioni.
Gl’ illustri maestri di canto italiano , come Bernacchi, Pistocchi, Porpora, che furono i fondatori delle più grandi scuole di canto, dopo aver formato la voce dei loro scolari, che a questi studi preliminari consacravano di buon grado più d’ un anno, facevano ad essi cantare dei pezzi di musica sacra. Ciò non solo contribuiva a svolgere in loro la voce, ma principalmente il gusto, sentimento, lo stile.
Il canto è lo sport ideale per tutti: uomini, donne, adolescenti. Può eseguirsi dovunque e comunque. E un complemento correttivo per quelli che trattano lo sport, ma esige pazienza, disciplina ed energia morale. E un purificatore dell’organismo umano e stimolante di tutte le sue funzioni.
Sotto questo profilo, il miglior cantante del periodo berlinese di cui mi ricordi e Theodor Wachtel. Con la sua voce magnifica riuniva in sé tutta l’Arte del canto che oggi sembra essere scomparsa. Quanto erano belle le sue colorature; i suoi trilli erano semplicemente impeccabili. Fraseggio, potenza, pienezza del suono e bellezza erano perfetti, musicalmente irreprensibili.
Si è molto scritto sulla Poesia, sulla Pittura e generalmente su tutte le belle arti, ma poco anzi quasi nulla, sull’arte melodrammatica presa nel suo complesso.
Agli artisti lirici ma specialmente ai giovani aspiranti al Teatro Lirico, mentre abbondano innumerevoli teorie sulla voce tutte tra loro contrastanti e con conseguenze più o meno deleterie, poche norme elementari sull’organo vocale, respirazione, sulla emissione ed appoggio della voce, sulla fisiologia della voce che non solo i cantanti ma anche gli oratori, predicatori, dicitori, attori di prosa ecc. ed amanti della sublime arte del canto dovrebbero conoscere e praticare: di esse norme (o consigli), alcune non hanno certo la pretesa della originalità (troppi mi hanno preceduto nel tempo e nella enunciazione), altre sono frutto di lunga esperienza professionale artistica e didattica.
Se si potesse applicare alla lettera questa domanda ne guadagnerebbe certamente la longevità artistica di ogni cantante. Perché indubbiamente il fuoco sacro che accende e alimenta la nostra passione ci rende desiderosi e direi quasi impazienti di ampliare il nostro repertorio, allargando il più possibile la nostra sfera di azione e di interpretazione.
Scopo delle lezioni precedenti fu quello di mettere l’allievo in grado di disporre con sicurezza ed a suo agio dell’organo vocale, e cosi di potersene servire giudiziosamente per esprimere colle inflessioni della voce i diversi sentimenti e le varie passioni.
Nella voce si fanno distinzioni di intensità, di tonalità, di metallo, di agilità, di resistenza. Per ottenere tali effetti vi ha un mantice – il polmone – che dà l’aria occorrente a destare le vibrazioni sonore nel pomo d’Adamo – laringe -, ed una cassa armonica costituita dalle fauci e dalla cavità del naso e della bocca.
La vecchia scuola di canto italiana che fin dal suo inizio, verso il 1600, per quanto si dica, trattava questo studio con giusti criteri scientifici, ci ha dato troppi preziosi consigli perchè io abbia la pretesa di dire cose nuove.
L’agilità un requisito essenziale per l’artista di canto, sia dal punto di vista della elasticità e morbidezza della voce, sia da quello del canto di bravura.
Proseguiamo l’esame, degli agenti che concorrono alla risonanza della voce, ossia degli organi della faringe e della bocca.
Il gesto, nell’oratore, è il compimento della parola; nel cantante, diviene il compimento del suono, quando però, ei ne coglie tutti gli atteggiamenti.
Le sfumature del crescendo e del decrescendo, dell’accelerando e del ritardando, formano raramente un soggetto di studio particolare del cantante. Si contenta in generale di eseguirle senza gradazione.
Il dì 26 del passato febbraio, nella discussione sul bilancio di prima previsione del Ministero della pubblica istruzione, l’onorevole Bovio pronunciò alla Camera un discorso in favore dell’arte musicale.
Versare dell’acqua bollente in una piccola bacinella, imbevere una grossa spugna nell’acqua e strizzarla per bene; quindi premere la spugna contro naso e bocca, inspirando ed espirando alternativamente dal naso e dalla bocca.
In quanto poi alla spontaneità ed alla larghezza delle nostre vocali, nessuno potrà certamente negarlo, ma bisogna pur convenire che, in ogni tempo, il canto fu degnamente trattato anche da idiomi ben diversi dal nostro, e dove si rinvengono più numerose vocali, meno spontanee e meno aperte.
La posizione della lingua ha una influenza speciale sul suono. Questo corpo elastico di natura deve nella emissione della voce, operare due movimenti simultanei, ma opposti l’uno all’altro.
Anticamente, un solo maestro dirigeva la educazione del cantante, e quindi se non s’impiegavano metodi scritti o stampati, secondo asserisce il Signor Coletti, lo studio seguiva nondimeno un ordine regolare ed uniforme, per la ragione appunto che l’insegnante era uno solo.
V’ha dei maestri che fanno poco conto dello studio della vocalizzazione. E difatti se questo studio non consistesse che a cantar dei pezzi vocali senza parole, ei non avrebbe una grande importanza.
Per ottenere efficacemente la resistenza che indico qui sopra, sarà indispensabile unirvi un movimento di abbassamento della laringe sotto la sua posizione normale. Senza questo movimento sarebbe difficile ottenere una sufficiente resistenza da dominare a volontà la emissione del suono.
Non affrettarti verso il debutto, è meglio aspettare così che potrai cantare per molti anni. Dal debutto dipende la tua lunga o breve vita artistica, quindi poni tutta l’attenzione su quello che ti dico. La paura ti dimostrerà che non sei sicuro di quello che farai al tuo debutto. Questo sentimento, ovviamente, ti dimostrerà che non sei pronto.
Il repertorio Wagneriano ha bisogno di cantanti specializzati; voglio dire che se non ti dedichi esclusivamente al suo repertorio, non lo devi cantare fino a che non avrai qualche anno di esperienza, perché è molto centrale e finisce con il registro acuto e questo registro è – non dimenticarlo! – quello che fornisce grandi soddisfazioni e soldi.
Il mio intento è quello di descrivere in modo semplice e comprensibile, e da un punto di vista pratico, le sensazioni fonatorie che conosciamo con il nome di suono aperto, coperto, chiaro, scuro, nasale, cantare di testa o nella nuca, avanti o indietro, e le mie sensazioni fonatorie, che verranno qui illustrate in modo approfondito.
Prima bisogna individuare e analizzare gli elementi dei quali si nutrisce l’entusiasmo del pubblico. Soltanto allora si può comprendere come non vi sia, in massima, pubblico refrattario al vero e profondo entusiasmo, il quale tuttavia si esprime in maniera diversa a seconda dei vari temperamenti e in rapporto alle ragioni che lo ispirano e lo determinano.
Possano questi miei consigli venire presi in considerazione dalla gioventù che si dedica alla carriera teatrale! Ma ne dubito assai e lo dico con sommo rammarico. Oggi si studia poco o nulla. — I giovani che si presentano al cospetto del pubblico per iniziare la loro carriera, si trovano quasi sempre privi delle cognizioni le più indispensabili per l’esercizio dell’arte alla quale si dedicano.
Un passo che tutti debbono compiere, e che anzi tutti anelano di compiere il più presto possibile; in un’impazienza che corrisponde, in genere, anche alla generosa audacia dei debuttanti, ma che mette quasi sempre in contrasto fra loro gli scolari e i maestri.
Se solo gli allievi, così come i cantanti professionisti, si rendessero conto che il suono cantato va cercato all’interno della risonanza del proprio corpo…