Morell Mackenzie
Muta della voce
Non vi ha alcuna ragione per cui durante il periodo della muta della voce non si debbano continuare gli esercizi di canto, purché si usino le debite cure. Se si nota che un ragazzo è divenuto leggermente rauco, oppure ha una voce oscillante in una o due note superiori, non gli si dovrà permettere di sforzarsi per raggiungere nel canto quell’altezza di voce. In fatti, la sua istruzione vocale dovrà essere, in tal caso, limitata alle note medie, per evitare uno sforzo sino all’estremo superiore della scala, e dare agli organi il tempo per maturare sé stessi per la esecuzione dei suoni gravi di recente acquisti. Su tale riguardo è a rilevare, in generale, che a misura che il ragazzo perde una nota alta, egli ne guadagna una bassa, e queste note debbono essere educate con accuratezza, ma regolarmente. Io ho osservato alcune voci maschili eccezionalmente belle, educate in tutto il periodo della muta, ed esse sono state molto durature, né hanno presentato alcun segno di decadenza, anche nell’età climaterica.
Io ritengo fermamente che durante il periodo della muta l’istruzione vocale dev’essere continuata (tranne il caso in cui la laringe sia molto congestionata e la voce interamente disorganizzata), naturalmente sotto la competente sorveglianza, e con le debite precauzioni contro un esercizio smodato.
Testo estratto da Igiene del cantante, Leopoldo Mastrigli, Roma, 1889. – Luca D’Annunzio.