Beniamino Gigli:
Le vocali nel canto II
Per quanto riguarda la formazione delle vocali in relazione al canto, devo evidenziare un fattore estremamente importante: l’assoluta necessità di concepire mentalmente e anticipatamente la vocale con il suo colore o timbro, in forma pura o modificata, che si desideri produrre. In altre parole: ogni suono vocalico dev’essere formato mentalmente e dotato del colore richiesto a seconda delle circostanze, prima d’essere fisicamente prodotto su base spontanea e naturale, fluida e sciolta.
Alcuni metodi mirano ad una produzione vocalica molto enfatizzata unicamente su base fisica e senza nessuna forma e colorazione mentale espressa anticipatamente. Questi ultimi possono condurre solamente alla produzione di forme esagerate con il conseguente irrigidimento delle parti coinvolte in tale produzione. Qualsiasi suono vocalico grossolanamente enfatizzato chiude la gola e il suono che nasce da una regolazione e impostazione bloccate, per quanto minima essa possa essere, non potrà mai essere spontaneo, armonioso ed espressivo, tanto meno bello.
Al contrario, il fatto di formare mentalmente e colorare ogni suono vocalico (in forma pura o modificata a seconda di ciò che si deve esprimere) prima di essere prodotto, provoca movimenti semplici e spontanei (naturali) delle parti coinvolte.
Questo è ciò che io stesso ho sempre fatto e ciò che consiglio ad ogni cantante di fare. E se il cantante o la cantante non sono abituati a questo lavoro mentale di preparazione per mancanza di un tal insegnamento, vorrei sinceramente consigliargli di iniziare subito a coltivare questa abitudine di importanza vitale. Il suo sviluppo esige una intensa attenzione vigile per un certo periodo di tempo. Mediante una pratica paziente e perseverante il pensiero e l’azione si fondono assieme creando un atto istantaneo che avviene in una frazione di secondo.
Testo estratto da The voice of the mind, Edgar F. Herbert-Caesari, Londra, 1951. – Luca D’Annunzio.