Carlo Labus:
Lo studio dell’emissione del suono
Decidere a quale tessitura appartenga una voce è cosa talvolta assai difficile nell’età giovanile. V’hanno taluni che per grande elasticità dei loro organi, per vasta estensione vocale, sanno dare tanto le note acute del tenore come le basse del baritono; v’hanno delle ragazze che possono cantare in tessitura di soprano come di contralto.
Il lavoro in una tessitura che non sia la propria è una delle cause che maggiormente possono guastare la voce. È un grave errore l’affidarsi nei principii degli studii — per economia come si fa dai più — ad un maestrino qualunque. Il maestro, che deve avviare nello studio del canto, deve essere persona molto esperta, perchè non metta su falsa strada.
Negli esercizii di sviluppo della estensione vocale e di giusta intonazione, non si abusi della emissione dei toni acuii coi soverchio insistervi, ed ancor meno si facciano sforzi per raggiungere quei toni ai quali non si può arrivare, e ciò per evitare la stanchezza dell’ apparato muscolare e la sovradistensione delle parti elastiche delle corde vocali.
Le note basse di ogni tessitura si eseguiscono in un modo diverso delle note acute. Si distinguono perciò un registro basso ed uno acuto ed un registro intermedio o di transizione. Spesso accade, specialmente nella donna, che le note del registro intermedio, per ottenerle di maggiore effetto, le si emettano colla posizione del registro basso. Ciò apporta uno sforzo muscolare incongruo con conseguente difficoltà di coordinazione dei movimenti, e nella voce invece di ottenersi l’uguaglianza si manifesta un vuoto,, uno stacco fra i duo registri, di maniera che durante l’esecuzione di un cantabile sembra che le note basse sieno cantate da un individuo e le acute da un altro.
Se dopo un lavoro di non molta durata si hanno stringimenti penosi nella gola con residuanti dolori, se diventano difficili le smorzature dei suoni, se le note acute si spezzano, e ad ogni poco la voce è velata, rauca, ma poi in seguito ad alcuni giorni di riposo si ripristinano tutte le buone qualità vocali, si deve sospettare di cantare fuori della propria tessitura.
L’ attenzione va pure diretta al metallo del suono. Un bel metallo è dato da una buona conformazione della cassa armonica. e questa la si ha da natura. La cassa armonica umana può essere modificata nella sua conformazione a seconda della contrazione di questo o quel gruppo di muscoli. Coll’esercizio si può quindi riuscire a foggiarla in modo da migliorare le
sue condizioni acustiche, sicchè suono non solo venga rinforzato, ma acquisti anche quelle qualità che si indicano con numerosi traslati, come ad esempio, pastosità, morbidezza, dolcezza, ecc. e che costituiscono la bellezza di una voce.
Talvolta un bel metallo vi sarebbe naturalmente, ma o è mascherato, o non lo si può ottenere, per difetti materiali o funzionali, congeniti od acquisiti.
Testo estratto da Nozioni di igiene vocale, Carlo Labus, Milano, 1899. – Luca D’Annunzio.