Riflessioni sull'arte del canto

Colombat de l’Isère:

Muta della voce

Generalmente parlando, allorché ci accorgiamo che la voce incomincia a mutarsi, i maestri di musica sogliono, la maggior parte, sospendere qualunque esercizio, ed anche proibiscono ai loro allievi di cantar soli. Benché in questa età critica sia d’uopo andar molti cauti affinché l’esercizio del canto non produca un indebolimento degli organi vocali, il cui sviluppo rimarrebbe così trattenuto, io non sono, su tal proposito, dell’opinione dei maestri, e penso che si debbano continuare gli esercizi anche nel tempo della mutazione, usando però sempre la precauzione di far cantare con somma riservatezza e prudenza; ricordando sempre che tali esercizi non dovranno oltrepassare un quarto d’ora al giorno, e si limiteranno ad un’ottava e mezzo, senza far alcuno sforzo pei suoni gravi, e soprattutto per gli acuti.

Del rimanente, la regola generale da osservarsi si è quella di studiar ben bene la voce degli allievi, di riconoscere ogni giorno quali siano le note che costoro hanno perdute a fine di toglierle non solo dai loro esercizi, ma eziandio di non estender questi ultimi sia nel grave, sia nell’acuto, che sino alla penultima nota laringea ch’essi avranno conservata. Infine si arriverà ad un tempo di brevissima durata, in cui la scala vocale non sarà più che di un’ottava: in allora soltanto io consiglio di lasciar riposare l’allievo e di sospendere le lezioni, che in breve si riprenderanno, procedendo gradualmente dal re sotto le righe sino al mi; poscia si aggiungeranno delle note di mano in mano che la voce guadagnerà in forza e in estensione.

L’osservanza di questi precetti, invece di stancare gli organi vocali e di alterar la voce degli allievi, agevola, all’opposto, la rivoluzione fisiologica di quest’organo, il quale, mediante un moderato esercizio, acquisterà nel tempo stesso del suo sviluppo maggior agilità, forza ed estensione. Se alcune composizioni musicali ovvero un esercizio mal diretto poterono offender la voce, ed anche far perdere agli allievi tutti i loro mezzi, ciò avvenne perché nel tempo della muta non si osservarono i precetti da me dati, e non si seppero regolare i loro organi prendendo le precauzioni che richiede un avvenimento sì critico e interessante.

Testo estratto da Igiene del cantante, Leopoldo Mastrigli, Roma, 1889. – Luca D’Annunzio.

error: Content is protected !!