Riflessioni sull'arte del canto

Enrico Delle Sedie:

Dell’agilità

L’agilità un requisito essenziale per l’artista di canto, sia dal punto di vista della elasticità e morbidezza della voce, sia da quello del canto di bravura.

Per mezzo della flessibilità e morbidezza dell’organo vocale , lo studioso giungerà in grado di far acquistare alla propria voce quelle inflessioni necessarie a riprodurre il sentimento , a dipingere le situazioni e le passioni con logica e verità , ed a dare ai passi di agilità il colore relativo a ciò che si vuole esprimere.

Per passo di agilità s’intende l’esecuzione rapida, distinta , misurata e gradualmente colorita del canto di parecchie note, sovra una sola sillaba. Servi in origine nella melodia istrumentale per dar grazia al canto , per esprimere la verità e varietà di una immagine, per dar forza e carattere all’espressione ; e ad onta che i passi di agilità sospendano il discorso per prolungare la melodia , pure diventano di essa una parte intima ed essenziale.

I compositori del secolo scorso fecero dell’agilità un elemento inseparabile dal canto; e questo genere di composizione non fu completamente abbandonato dai moderni compositori, segnatamente nelle opere di mezzo carattere.

L’agilità esige una disposizione naturale analoga a quella occorrente per la perfetta esecuzione del trillo; tuttavia si potrà supplire al difetto di natura con uno studio costante e ben regolato.

Come negli istrumenti, la voce umana deve brillare per sonorità, omogeneità e purezza di timbro. Le sillabe sulle quali si svolgono i passi di agilità, sono sempre lunghe, e la voce, conservando la sua limpidezza, deve permettere alla gola d’intonare, nitidamente ed in modo corretto e facile, le note che compongono la frase musicale. L’organo vocale non deve provar fatica nè reale nè apparente, perocchè, in caso contrario, l’agilità lungi dal recar diletto all’udito, si risolverebbe per chi l’ascolta in una vera sofferenza. Locchè purtroppo di frequente avviene quando la respirazione non sia ben regolata, a seconda delle norme da noi già esposte nel corso di questo lavoro.

Le vocali più favorevoli al canto di agilità sono in generale A , E ed O , colle relative intermedie, come le più adatte alla maggiore ampiezza ed intensità del suono.

Un’agilità eseguita sull’U non è favorevole alla sicura emissione del suono, ma più di tutte vi è contraria l’I, vocale che imprime alla voce un timbro aspro e gagnolante. Mal si appone chi crede essere l’agilità fuor di luogo nel canto melanconico ed appassionato; spesso accade che un pensiero triste e sentimentale meglio si esprima con una successione rapida o lenta di suoni inarticolati, di quello che non sia con semplici parole.

Abbiamo detto che l’agilità si può eseguire tanto con movimento rapido che lento, a seconda della immagine che domina il pensiero. In fatti un concetto triste può essere dominato dalla disperazione, dal timore , dal dolore o dal risentimento , ed in tal caso l’agilità dovrà essere necessariamente rapida; mentre , se quello stesso concetto esprime l’abbandono, la tenerezza, la melanconia o il ricordo di un passato felice, l’agilità non potrà essere che lenta e sostenuta.

A questi due contrari movimenti si dovranno imprimere quelle inflessioni che meglio servano a colorirli; ed ecco perchè alla voce sono indispensabili , per eseguire i passi d’agilità , la flessibilità e la morbidezza.

Il movimento ed il ritmo dovranno inoltre riflettere il carattere dell’idea cui è associato il passo di agilità , e ciò allo scopo di giungere, a mezzo del Rallentando e dell’Affrettando, applicati quasi contemporaneamente sulla medesima frase, a dare a quest’ultima quel colore descrittivo ed imitativo che le è necessario per estrinsecare convenientemente il pensiero.

Altro ‘errore si è quello di credere che un passo di agilità sia sempre ben collocato sopra una sillaba od una parola qualunque, senza esaminare se lo consentono meno la situazione melodica, il sentimento ed il genere della musica ; esso dovrà mai sempre trovarsi a proposito. Spesso avviene che in un pezzo di canto si innestino passi di agilità in numero eccessivo, a detrimento del senso veritiero e dello spirito intimo della musica. Quest’ornamento costituisce lo studio più delicato e fino cui il gusto musicale sia chiamato, ed ogni volta si trovi male applicato, o fuori di luogo, esso non fa che muovere all’effetto e porre in evidenza l’inesperienza del cantante.

Solo collo studio razionale dei sentimenti si può giungere a dotare l’agilità di tutta la sua bellezza ; sempre che però non vada disgiunta da quella corretta esecuzione che ne forma l’elemento essenziale, e mediante la quale unicamente si ottiene la precisione dei salti, la giusta misura del ritmo, la nitida esecuzione del concetto musicale ; la sonorità , la vivacità, e l’esattezza degli accenti.

Ed ecco la ragione per cui l’agilità esige uno studio lungo, costante e regolato per modo da risparmiare alla laringe qualsisia fatica ; perocchè questa, coll’irrigidire i nervi di quella, paralizza la flessibilità della voce.

La prima condizione per ben riuscire nello studio dell’agilità, è di saper regolare e risparmiare la respirazione, avendo cura di non affaticarla con periodi troppo lunghi , finchè non sia solidamente stabilita.

Del resto, tanto nell’agilità che nel canto sostenuto, si avrà cura di non lasciarsi ridurre allo stremo del fiato, imperocchè, oltre la fatica imposta agli organi della respirazione, verrebbe ad essere com promesso anche l’effetto del canto . Così, se nel corso degli studi o degli esercizi diretti a far acquistare l’agilità della gola e della voce , s’incontrassero per avventura periodi o frasi la cui lunga portata non permettesse alla respirazione d’arrivare senza sforzo alla fine, sarà bene dividerli in due o più parti, curando d’arrestarsi al termine di ciascuna e di principiare la successiva partendo dall’ultima nota della precedente. E ciò finchè la respirazione abbia acquistato la facilità ed agevolezza necessarie.

Per tal modo si eviterà quel respirare rotto ed affannoso, quale si riscontra in chi suol prender fiato nel mezzo di una frase musicale, conservandone l’andamento; e a poco a poco, e per gradi, si giungerà altresì a protrarre naturalmente , e senza sforzi, la portata della respirazione, tanto da poter eseguire di un sol fiato un’intera frase musicale.

Sarà pur necessario osservare la precisa intonazione nei salti ; ed a questo proposito noi richiamiamo l’attenzione dell’allievo sul salto di seconda che sempre tende a calare, e su quello di terza maggiore del quale la prima nota inclina naturalmente a crescere e la terza a calare. Nelle scale ascendenti, oltre l’intervallo di seconda, si dovrà sostenere anche la nota sensibile, la quale tende, per la ragione anzidetta , a gettarsi sulla tonica: laonde può sfuggire all’udito se emessa con precipitazione. Nella scala d’ottava si accentuerà anche la sottodominante ; nella scala di nona la dominante.

In ogni esercizio poi si applicheranno amendue i modi. Sieno pure i passi musicali lenti o rapidi, dovranno pero essere sempre regolarmente cadenzati, avendo cura di non precipitare il movimento, imperocchè l’emissione troppo accelerata di suoni successivi toglierebbe a ciascun d’essi quel tempo che all’onda sonora è necessario per distendersi convenientemente. Dal che deriverebbe una confusione di suoni indistinguibili atti a rendere, più che un effetto musicale , quello di uno strepito informe, nel quale non è dato percepire che la prima e l’ultima nota del periodo.

Le frasi d’agilità devono in generale conservare il movimento richiesto dall’insieme del pezzo musicale, salvo il caso in cui l’espressione lo esiga diverso. L’esercizio si farà in principio lentamente, accentuando tutte le note a seconda dei precetti sovraindicati; poi il movimento si accelererà a poco a poco, e cioè a seconda della facilità acquistata.

Tutte le note di un esercizio, o di un periodo, dovranno conservare la medesima natura ,lo stesso grado di forza e di accento ed uguale intensità; nè si procederà allo studio delle inflessioni e delle graduazioni se non allorquando il meccanismo della gola e la flessibilità della voce saranno pienamente sicuri. In pari tempo che le corde vocali faranno vibrare ciascuna nota del periodo, si avrà cura di legare le une colle altre, allo scopo che l’aria non abbia a sfuggire fra le medesime, producendo un effetto rotto e spiacevole. Egli è vero che alcune gole troveranno in ciò una certa difficoltà, tale da rendere l’esecuzione tremolante, dura od incerta; ma in tal caso gioverà accentuare tutte le note, ed ove ciò non bastasse, si farà l’esercizio con note punteggiate, fino a che la gola avrà acquistato la flessibilità necessaria a ben legarle fra loro.

I metodi di Madame Cinti-Damoreau, di Garcia padre e figlio, di Duprez , di Panseron e d’altri parecchi, offrono all’allievo tanti esercizi pregevoli a sviluppare l’agilità, che sarebbe affatto superfluo aggiungerne di nuovi.

Testo estratto da Arte e fisiologia del canto, Enrico Delle Sedie, Milano, 1876. – Luca D’Annunzio.

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