Riflessioni sull'arte del canto

Gustavo Magrini:

Registri vocali

Dal rapporto dei suoni con la voce hanno origine i registri. Molte e varie sono le definizioni dei registri, perché è molto più facile rendersi ragione del fatto che non riassumerlo in poche parole. 

Scientificamente registro sarebbe una serie di suoni che si sviluppano nella medesima parte dell’organo vocale, ossia quel timbro, quel colore particolare che differenzia una serie di suoni da un’altra in causa della cavità in cui trova la sua risonanza; il rapporto di origine cioè che hanno le note basse con le note medie e con le alte. Benchè in pratica molti accettino e basino lo studio del canto su due soli registri, quello di petto e quello di testa, per essere più esatti, bisogna ammetterne un terzo, il registro di mezzo, che serve come di passaggio fra i due primi, specie per le voci femminili. 

Esaminando il processo fisiologico che avviene nell’ organo vocale, sia per l’emissione delle note basse come per le medie e per le alte, secondo quanto stabilisce il dott. Fournié i registri si possono definire e spiegarne l’esistenza in questa guisa: 

«Per l’emissione delle note basse, la laringe si trova rialzata e il velo palatino, che, come sappiamo, fa i movimenti contrari, si trova forzatamente abbassato; questa posizione dell’organo vocale rende molto stretto l’istmo della gola, e le onde sonore, impedite in un certo qual modo di uscire, trovano più facilmente la loro risonanza nella parte superiore della cassa toracica, donde il nome di registro di petto. Man mano che dalle note basse si passa alle acute, la laringe si abbassa e il velo palatino si rialza, allargando l’istmo della gola, il quale lascierà più facilmente passare le onde sonore; queste perciò si porteranno dalla cassa toracica alla cavità orale e faringea ed avremo così il registro di mezzo: per le note acute, infine, avviene il fatto contrario delle note basse: l’istmo della gola, trovandosi molto allargato, lascierà passare facilmente tutte le onde sonore, le quali troveranno la loro maggiore risonanza nella cavità nasale e nei seni frontali: quindi il registro di testa”.

Questa definizione però, pur essendo scientificamente giusta, porta spesso a false interpretazioni. Non bisogna credere che la colonna sonora venga rimandata indietro nell’emissione delle note del registro di petto in causa della ristrettezza dell’istmo della gola, oppure per il fatto contrario, nell’emissione delle note del registro di testa, passi per le fosse nasali; questo è un gravissimo errore nel quale incorrono molti Metodi di canto, anche buoni, trattando dei registri. In primo luogo è assolutamente assurdo ammettere che la colonna sonora ritorni indietro nell’emissione delle note del registro di testa; ciò è contrario al processo dell’espirazione e fisiologicamente impossibile. E per il registro di testa se la colonna sonora passa per le fosse nasali, abbiamo la voce nasale che è un difetto e dipende da rilassatezza del velo palatino. Il passaggio della colonna sonora per le fosse nasali lo si riscontra solamente nella fonazione delle consonanti m ed n.

Come già abbiamo detto, parlando della produzione della voce, la colonna sonora, ossia il suono, di qualsiasi nota emessa in qualsiasi registro, è sempre diretta verso il palato e i denti incisivi e passa per la cavità orale. Il fatto dei registri non è che una determinata parte dell’organo vocale dove il suono o la colonna sonora, ha la sua risonanza.

Benchè, come abbiamo già detto, per registro s’intenda scientificamente una serie di suoni che si sviluppano nella medesima parte dell’organo vocale, conviene notare che tanto per le note basse quanto per le medie e le alte, tutto l’organo vocale è impiegato ed i suoni hanno la loro risonanza in tutte le cavità; ciò, anche per la legge fisica dei suoni armonici.

Basandosi sulle teorie esposte da Helmholz, prendiamo p. es. la nota do della voce di Soprano (Do4); questa nota, appartenendo al registro di petto, dovrebbe avere la sua risonanza esclusivamente nella cassa toracica. Ma se esaminiamo i suoni armonici vediamo che il I armonico non ha più la risonanza nella cassa toracica, ma trovandosi in quella serie di suoni che appartengono al registro di mezzo, avrà la sua risonanza nella cavità orale e faringe. Nella stessa guisa, il II armonico e tutti i susseguenti, appartenendo alla serie di note del registro di testa, avranno la loro risonanza nella cavità nasale e nei seni frontali. 

Giova inoltre osservare che le onde sonore si propagano in generale non solo per via aerea, ma per mezzo delle molecole di corpi solidi. Se noi mettiamo in vibrazione un diapason, potremmo percepire il suono che esso produce, tanto avvicinandolo al padiglione dell’orecchio quanto appoggiandolo sulla fronte, sulle tempie o in qualsiasi altra parte della testa. In tal guisa le onde sonore di qualsiasi suono emesso dall’organo vocale, si propagheranno in tutte le cavità e in tutte le parti dell’organo vocale per mezzo delle molecole delle parti istesse. Questi principi applicabili a tutte le voci sia maschili che femminili, ci porteranno alla conclusione che: << in una voce, qualunque nota, alta o bassa, ha la sua risonanza in tutte le cavità dell’organo vocale; ma questa risonanza non è uguale contemporaneamente in tutte le cavità: diventa maggiore in una e minore, o minima, nelle altre, a seconda dell’altezza della nota. Dalla cavità, o meglio dalla posizione in cui trovansi  le cavità dove una serie di suoni a maggior risonanza, prende nome il registro; donde, come già ho detto: registro di petto, di mezzo e di testa. 

Sappiamo già, e per legge fisica e per pratica, che, cambiando forma e ampiezza della cassa armonica (o di risonanza) di uno strumento, si modifica il timbro; così nel canto, la conseguenza naturale del cambiamento di cavità dove i suoni, a seconda della loro altezza, trovano maggior risonanza, sarà che il timbro della voce differenziererà da un registro all’altro, ed il suono subirà pure delle modificazioni di intensità. Questa differenza sarà maggiormente sentita nel passaggio dalla serie di note del registro di petto a quella del registro di mezzo per le voci femminili, e nel passaggio dalla serie di note del registro di mezzo a quella del registro di testa per le voci maschili.

In causa della maggior risonanza che la voce trova nelle cavità toracica, nasale e seni frontali, potremmo stabilire che i registri di petto e di testa sono i più importanti, mentre quello di mezzo non è che passaggio dall’uno all’altro e viene anche chiamato perciò, falso registro. 

Riguardo al registro di testa, aggiungerò che non si deve confonderlo colle note di falsetto. Il falsetto, dalla definizione stessa della parola, credo debba ritenersi quel suono in cui l’individuo falsa la sua voce, soverchiando l’estensione naturale. Sarà p. es. falsetto la voce di un basso, il quale canti un’ottava più alta dell’estensione naturale della sua voce e la sforzi sino a cambiarla in voce di contralto.

Secondo il Mills e molti altri le note di falsetto delle voci maschili corrispondono alle note di testa delle voci femminili.

Io credo fermamente che non esiste nota fissa, di qualsiasi categoria di voce si tratti, che delinei nettamente il passaggio da un registro all’altro; ciò dipende dagl’individui. 

Testo estratto da Arte e tecnica del canto, Gustavo Magrini, Milano, 1905. – Luca D’Annunzio.

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