Riflessioni sull'arte del canto

Gustavo Magrini:

Riflessioni sull’arte vocale

Non ho la pretesa che un cantante, studiando questo mio libro riesca meglio di quello che potrebbe studiandone un altro, però credo che per l’ordine dello studio, per il modo con cui ho esposto le nozioni dell’impostazione e dell’emissione della voce, e in generale per i principi sui quali ho basato lo studio del canto, possa essere utilissimo, in ispecie agl’insegnanti, e servire come guida nell’educazione della voce.

Tale è stato il mio scopo; e per meglio raggiungerlo ho cercato di essere chiaro e breve, limitando la trattazione della materia a quel tanto che può essere richiesto nell’insegnamento razionale e scientifico, ma nello stesso tempo pratico. Non ho trascurato, in generale di ricorrere anche alle teorie che ci suggerisce la fisiologia perchè, come già dissi nell’Introduzione, questa è necessaria per spiegare i fenomeni dell’organo vocale, ma nello stesso tempo, per quanto mi fu possibile, ho cercato in proposito di non dilungarmi e neppure approfondire troppo certe spiegazioni; primo, perchè non ho inteso di fare un trattato di fisiologia nè di anatomia, e secondo, perchè non è colla fisiologia che si forma un buon cantante. Si tenga bene a mente che è lo studio della bellezza del suono che diede origine alle teorie fisiologiche e non viceversa. 

Senza la voce, senza l’intelligenza e le disposizioni musicali, uno scolaro non potrà mai diventare un artista di canto; e così, pur essendo nutriti di teorie fisiologiche ma privi di esperienza e senza uno studio d’osservazione personale, non si potrà mai diventare un buon insegnante.

Il maestro e lo scolaro ricordino dunque che le prime e più valide basi sono le disposizioni naturali e la buona volontà; sopra di queste, i principi se buoni e ben stabiliti, le norme e le teorie porteranno sicuramente a risultati eminenti.

Non credo inutile aggiungere infine, che lo scolaro non deve limitarsi al solo ed unico studio del meccanismo della voce e del solfeggio; oltre conoscere il pianoforte, deve studiare anche un po’ di armonia, di acustica e di storia della musica. La letteratura poi, è pur essa non meno importante per chi si dedica al canto; bisogna conoscere i principali poeti, le diverse forme di poesia e la metrica. Lo stesso Schumann scriveva: <<Tempera la severità dei tuoi studi colla lettura di buoni poeti.>>, e non aveva torto. In questo modo lo scolaro potrà giungere più facilmente a comprendere nella sua interezza un pensiero musicale e interpretarlo secondo la logica-estetica della sua creazione.

Ho voluto dire, con quanto precede, che la coltura generale, qualunque essa sia, anche fuori dello stesso ambiente musicale, giova sempre all’artista perchè gli allarga le idee e gli permette di capire sempre più esattamente quello che è chiamato a rendere. E qui faccio colle parole del Fetis: “L’esattezza in arte non è solo un dovere, essa è pure un mezzo facile e sicuro per giungere ad una perfetta esecuzione”.

Testo estratto da Arte e tecnica del canto, Gustavo Magrini, Milano, 1905. – Luca D’Annunzio.

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