Heinrich Panofka:
Considerazioni generali XX
Della scelta dei pezzi di studio
Gl’ illustri maestri di canto italiano, come Bernacchi, Pistocchi, Porpora, che furono i fondatori delle più grandi scuole di canto, dopo aver formato la voce dei loro scolari, che a questi studi preliminari consacravano di buon grado più d’un anno, facevano ad essi cantare dei pezzi di musica sacra. Ciò non solo contribuiva a svolgere in loro la voce, ma principalmente il gusto, sentimento, lo stile.
Egli è certo che un giovine artista che siasi nudrito dei pezzi sacri d’autori, come Caldara, Carissimi, Durante, Jomelli, Marcello, Palestrina, Orlando di Lasso, Stradella, avrà reso la sua voce atta ad ogni difficoltà vocale, tranne il canto figurato. Il suo animo si sarà informato alle sublimi musicali bellezze di tali maestri; avrà fortificato la sua respirazione, avrà imparato a fraseggiare e ad accentare; sarà diventato cantante musicista. Se vorrà poscia dedicarsi all’arringo drammatico, non avrà che ad applicare gli studi di vocalizzazione già fatti in precedenza, ai pezzi che ne addomandano: quanto alle appoggiature, ai mordenti, ai trilli, ei n’avrà già la pratica dopo i pezzi religiosi prenominati.
Choron che fu il fondatore d’una scuola di canto celebre in Francia, ha proceduto come i grandi maestri italiani; e noi, secondo le nostre forze, seguitiamo il lor metodo.
Siamo lieti di far qui conoscere che gli amatori si danno con culto a tale studio; e di ciò non è a far maraviglia, perocchè gli amatori sono in generale persone intelligenti, bene allevate e fornite d’un senso di venerazione per l’arte, mentre gli artisti non si preoccupano che del loro avvenire teatrale, e temono di perdere un tempo prezioso pei loro interessi nel seguire i consigli del maestro che gli esorta allo studio preliminare della musica sacra.
Testo estratto da Voci e cantanti, Ventotto capitoli di considerazioni generali sulla voce e sull’arte del canto, Enrico Panofka, Firenze, 1871. – Luca D’Annunzio.