Hipólito Lázaro:
Consigli per giovani cantanti III
Dopo il pranzo di mezzogiorno ti abituerai a dormire; la voce riposerà e la notte sarà perfettamente riposata, l’avrai più dolce e più timbrata. Se non riesci a dormire, perché ti fa venire la raucedine basta che apprezzi il silenzio, perché devi avere ben presente che fatica molto più parlare che cantare.
Il giorno che canto, sembra che i nervi mi attacchino lo stomaco anche se è in ottima forma e questo accade verso le 11 del mattino ma quando arriva la notte, devo bere bicarbonato perché non riesco a digerire.
Quando dicevo che mi sentivo bene di voce e vedevo il sorrisetto di mia moglie, quella notte dovevo stare molto attento, perché la mia voce era un po’ opaca, a causa dell’alimentazione eccessiva o molto probabilmente del vino maledetto.
Soprattutto non bere alcol di nessun genere, che agita i nervi come se ricevessero una scossa elettrica, e finisce per provocare l’inquietante «delirium tremens», più che rubare la volontà, imbruttisce e provoca la perdita della memoria. Egli è il compagno del tabacco in questa cattiva opera distruttiva dell’organismo umano e anche del caffè, tre vizi che se perseverati distruggeranno le vostre energie virili e soprattutto il fegato e se questo organo si ammala per gli abusi di cui sopra, puoi dire addio definitivamente alla carriera, perché se devi sottoporti ad un regime di bolliti e pappa, non avrai abbastanza forza per cantare.
Se sei abituato al caffè, al tabacco e all’alcool, cerca di farne sempre meno uso, ma senza farlo bruscamente, perché questo ti causerebbe un tremendo disturbo morale e fisico lo dico per esperienza, ma con sufficiente coraggio finirai per abbandonarli completamente. Successivamente sarai soddisfatto dei risultati e soprattutto dell’orgoglio che avrai provato sapendo di essere capace di dominare la tua volontà di uomo cosciente.
Ho passato tutta la mia vita ad abusare delle mie facoltà pletoriche, sicuro di me; e infatti, dovendo iniziare le stagioni invernali, ho saputo passare e continuo a farlo, tre mesi prima senza fumare una sigaretta né bere una goccia di alcol. Tuttavia posso constatare che l’alcol mi chiude le narici come ho già detto, con la conseguenza che a volte devo respirare dalla bocca. A causa di tanti inconvenienti, come per incanto mi ricompare la maledetta faringite, che è molto fastidiosa per cantare la quale impedisce di fare alla perfezione i «portamenti» e i suoni filati.
Ci sono alcuni artisti che, per darsi coraggio e «intonarsi» come si dice volgarmente, bevono alcuni calici di champagne; altri li preferiscono di liquore, e la maggior parte caffè con cognac e tutti i tipi di vini; anche birra. A causa di tale abuso, bisogna vedere in che stato finiscono alcune funzioni. Se il pubblico sapesse cosa succede nei camerini prima di iniziare l’opera, al più piccolo errore non lascerebbe andare avanti la rappresentazione, ma dato che questi risultati si scoprono solo quando lo spettacolo è finito, si incolpano le segnalate anomalie, alla stanchezza degli artisti e quindi certe intemperanze fisiche che non sono altro in fin dei conti che gli effetti naturali dell’alcol.
Ho assistito ad alcuni casi eclatanti tra i tanti che ho visto. Senza andare oltre, ne citerò un paio. Un baritono che in un grande teatro delle Americhe cadde da un’altezza di quattro metri cantando un’opera di Wagner, e non si fece neanche un graffio. È successo perché ha «intonato» troppo. E quello di un tenore che cantando l’ultimo atto degli «Ugonotti», nel duo d’amore, quando si inginocchiò davanti alla soprano fu completamente impossibile dopo per lui alzarsi dovendo finire l’opera in quella posizione, provocando meraviglia del pubblico che si rese conto dell’inconveniente.
Il tabacco, inoltre deve essere somministrato con il contagocce, se non ci si può rinunciare definitivamente. Il cantante non dovrebbe vederlo nemmeno nelle vetrine dei tabacchi, perché oltre a irrigidire le arterie delle corde vocali, finisce con il cuore, distrugge l’organismo, la vista e indebolisce tutte le molle del sistema nervoso.
Il tabacco mi faceva sudare troppo, e per questo ero agitato. Quando recitavo sudavo così tanto che ad ogni intervallo, mi vedevo costretto a cambiarmi la biancheria intima. Questa esperienza mi obbliga a consigliare ai cantanti che se non hanno la volontà di abbandonare la nicotina almeno fumino sigari, in piccola quantità perché non irritano quanto la carta.
Soffrivo anche un altro fenomeno a causa del tabacco: mi veniva l’insonnia dopo aver cantato; questo disturbo si aggravava con un altro peggiore: che la insonnia mi suscitava un bisogno pressante di caffè, il quale ero abituato a gustarlo in grandi quantità e il non poter riposare era la ragione per la quale avevo il fiato corto per qualche notte.
Infine se in te è così forte la necessità del tabacco, non mi resta che avvertirti molto seriamente, di prepararti ad avere sempre la faringite, che ti produrrà moltissimi dispiaceri.
Io offro una ricetta a quelli testardi. La sera prima di andare a letto, fai dei gargarismi di mezzo bicchiere d’acqua tiepida mescolata con un cucchiaino da caffè con un po’ di bicarbonato: conviene ripetere questi risciacqui dopo ogni pasto, per sgrassarti la gola.
In sostituzione al caffè si possono ingerire cotture di camomilla o acqua di mele bollite, che ammorbidisce e rinfresca la gola.
Testo estratto dal metodo Mi canto, Hipólito Lázaro, Barcellona, 1947.