Leone Giraldoni:
Consigli sulla emissione delle differenti vocali
Fino adesso non ho accennato che alla vocale A per lo studio della voce; e siccome il canto deve adattarsi a parole ove le cinque vocali vengono costantemente rappresentate, prima di passare allo studio complessivo della pronunzia, bisogna potersi rendere conto dell’emissione particolare ad ogni vocale.
La vocale A è la più propria allo studio della voce non necessitando per emetterla correttamente di nessuno degli agenti che concorrono all’articolazione. I limiti che mi sono prefisso in queste poche righe non permettendomi di estendermi molto su questo argomento, non entrerò in particolarità sui diversi modi di pronunziare ognuna delle vocali; mi limiterò solo a dare qualche mio parare intorno alla loro formazione fonica in generale.
La E come la I che nel discorso comune vengono alquanto appoggiate al naso, devono nel canto essere emesse in tutt’altro modo. Il punto d’appoggio della voce per la buona emissione, come già dissi altre volte, vuol essere sempre al petto; per cui qualunque sia la vocale sulla quale viene emessa la voce, si dovrà adottare per principio di non variar mai questo punto d’appoggio. Le parti interne della bocca e della faringe devono bensì contribuire alla modificazione del suono, ma giammai servire di punto d’appoggio; cosicché bisogna esercitarsi ad emettere quelle due vocali senza cambiare il punto d’appoggio al petto. In tal modo il suono non sarà più nasale e potrà avere la medesima forza e vibrazione della vocale A. Questo studio, che da sè potrà sembrare non avere grande importanza, merita invece di fissare tutta l’attenzione del cantante; poichè lasciandosi trascinare da quella naturale propensione che lo porta ad emettere quelle vocali coll’aiuto del naso, potrebbe fargli perdere molto di quello che, a grande stento, avrebbe potuto antecedentemente acquistare; perchè variando il punto d’appoggio, la voce si disesta e non tarda a cadere in una grave e pregiudizievole confusione.
Così il cantante non sarà obbligato, come accade a taluni, di cambiare la vocale e per conseguenza la parola, in una cadenza o in qualche punto d’effetto, perchè gli riesce difficile l’emissione di quella scritta. Vi sono molti cantanti che non si peritano, anche a danno del buon senso o della prosodia, di cambiare le parole scritte per la sola difficoltà che provano nell’emissione di una vocale ritrosa. Lo studio simultaneo delle vocali lo renderà padrone della loro emissione ed eviterà loro questo ridicolo sconcio.
Raccomando sia per la A come per la E di avvezzarsi fin da principio a far sentire distintamente i vari suoni delle vocali formanti le parole in relazione all’accento prosodiaco che hanno; per esempio, nella parola amare è facile a riconoscere che la prima A è più stretta della seconda; nella parola Ercole la vocale E è più aperta della seconda, ecc. Siccome il pregio di una buona e retta pronunzia riposa essenzialmente sulla emissione delle vocali, bisogna stare attento nel cantare, di non svisare la loro particolare pronunzia.
Per la O come per la U le labbra sole devono servire alla modificazione del suono. Queste due vocali richiedono per la loro natura chiusa una maggiore intensità di voce per farsi palesi e portano impensatamente a sforzare le pareti interne della gola; bisognerà dunque lottare contro questa naturale tendenza, abbandonando la gola senza la partecipazione di verun muscolo la cui tensione si palesi all’esterno, cercando di portare il suono verso la testa ove acquista la rotondità voluta. In principio riuscirà difficile, ma con un poco di costanza non si tarderà a conseguire lo scopo prefisso.
Sarà bene, onde avvezzarsi particolarmente alla formazione fonica di tutte le vocali, dedicarsi a vocalizzare sopra ognuna di esse. Raccomando, senza tema di troppo ripeterlo, che solo la bocca, la faringe, la lingua e le labbra devono modificare il suono a volontà, senza ricorrere a far cambiare alla voce il suo punto d’appoggio.
Testo estratto da Guida teorica – pratica ad uso dell’artista cantante, Leone Giraldoni, Milano, 1884. – Luca D’Annunzio.