Leone Giraldoni:
L’igiene del cantante – Parte II
L’azione del canto, mettendo le parti dell’apparato vocale in uno stato quasi costante di irritazione, il cantante dovrà aver cura, dopo aver cantato, a non esporsi all’azione dell’aria esterna, se non dopo preso alcun momento di riposo: spesse volte la raucedine proviene dall’aver trascurato questa semplice precauzione; vi si dovrà badare con maggiore cura ancora nelle stagioni rigorose.
Il mezzo più sicuro onde evitare raffreddori e che mi meraviglio non vedere già adottato dalla maggior parte dei cantanti, si è l’uso dell’idropatia. Le indisposizioni provenienti dal freddo e che a grado a grado si fanno più frequenti si vincono avezzando il corpo all’azione del freddo come mezzo profilattico. Tal cura non si deve cominciare che nell’estate, onde potere avvezzare gradatamente il corpo all’impressione dell’acqua fredda; poscia si più proseguire nell’autunno ed anche nell’inverno. Senza porsi ad un regime di cura fastidioso, basterebbe ogni giorno all’alzarsi da letto bagnarsi tutto quanto il corpo mediante una spugna impregnata d’acqua alla temperatura dell’aria esterna. Raccomando però a quelli che vorranno mettere in uso il mio consiglio di non trascurare mai, dopo il lavacro, di far moto con passeggiate all’aria aperta; o se il tempo non lo permetto, richiamare alla pelle il calorico normale mediante alcuni esercizi ginnastici fatti in camera colle finestre aperte; e ciò per lo spazio almeno di una buona mezz’ora; perchè il trascurare tale reazione porterebbe seco un danno pregiudizievolissimo alla salute.
Usata quotidianamente e come mezzo profilattico, l’acqua fredda basterà da sè sola ad evitare all’artista raffreddori che spesse volte si moltiplicano a guisa di famiglia pullulenta, lasciandolo per intere stagioni privo del libero esercizio delle sue facoltà vocali. Si dovrà anche evitare con cura l’umidità, sempre funesta al libero esercizio delle corde vocali; ma raccomando di evitare l’uso di quelle sciarpe di lana al collo, o qualunque tappa bocca; come parimenti l’uso delle scarpe di gomma; abbia cura soltanto l’artista allorquando esce da un luogo caldo e dopo un esercizio prolungato della sua voce, di porre alla bocca un semplice fazzoletto, al momento che si pone in contatto coll’aria fredda.
Consiglio il cantante di non assoggettarsi mai a farsi cavar sangue per indisposizione vocale, tanto più per mezzo di mignatte poste alla gola. Ho veduto degli artisti perdere per sempre il vigore dei loro mezzi vocali per una semplice sottrazione sanguigna fatta alla gola. Anche i gargarismi riescono il più delle volte fatali, specialmente quelli fortemente astringenti.
In generale per le malattie di voce consiglio molto al cantante la cura omeopatica, siccome quella più atta a procurargli una pronta guarigione, senz’aver ricorso a mezzi capaci di portare qualche serio disordine nel di lui organismo.
Per tutte quelle indisposizioni che provengono da affezioni nervose, raccomando infine l’uso dell’elettricità, eviti soprattutto colui affetto dai nervi le impressioni troppo vive, essendo già abbastanza sufficienti le emozioni inseparabili dall’esercizio della sua professione.
L’apparato vocale avendo un’intima correlazione collo stomaco e gli organi della digestione, dovrà in conseguenza il cantante aver la medesima cura di quegli organi, come della stessa sua voce. L’indisposizione o lo stato di debolezza in uno di loro potendo riflettersi sugli agenti vocali e portare alcun equilibrio nella loro azione.
L’esercizio del canto portando seco una gran perdita di forza, per l’azione ripetuta della respirazione da un lato e l’irradiamento dell’influsso nervoso dall’altro, deve il cantante cercare di nutrirsi bene per riparare a quelle perdite. Non si cerchi tanto la quantità quanto la qualità del cibo, preferendo come base del cibo quotidiano le carni grosse arrostite; come il manzo od il castrato a preferenza del vitello e del pollo le di cui carni bianche sono poco riparatrici.
Molti cantanti credono acquistare maggior vigoria di voce caricandosi lo stomaco di cibo. È questo un errore assai funesto ed ho conosciuto molti artisti che a questa sola causa ebbero ad ascrivere le costanti loro indisposizioni di voce, che cessarono appena seppero meglio equilibrare nella loro costituzione il conto corrente del dare e dell’avere, ossia l’entrata e l’uscita. Difatti molti artisti, sotto il pretesto di riparare vantaggiosamente le perdite che fanno coll’esercizio della voce si nutrono in guisa che per pareggiare gli elementi nutritivi che introducono nel loro organismo, colle perdite che procura loro il solo esercizio della loro voce, bisognerebbe che vi aggiungessero un lavoro muscolare di parecchie ore. Così l’eccedente degli elementi che non vengono attribuiti alla riparazione delle perdite fatte si converte in adipe, come facilmente lo si scorge in gran numero di cantanti, e più tardi in acido urico che portasi sulle articolazione, sui muscoli e sulle membrane mucose, procurando loro ad età più avanzata la gotta, i dolori articolari affezioni reumatiche e tutta quella sequela d’infermità che non hanno altra causa che un eccesso di godimenti gastrici.
I liquori, come qualunque altra bevanda o cibi troppo stimolanti, dovranno essere banditi, siccome oltremodo nocivi all’organismo vocale. Si eviti l’uso di tutti quei gargarismi o sedicenti segreti atti a far star bene di voce; la reazione che suole succedere a questo stimolo passeggero non è priva di funeste conseguenze.
Il cantante farà bene ad astenersi dal fumare, benché vi possa essere avezzo; è riconosciuto che il tabacco contiene una forte dose di nicotina, veleno potente, acre ed irritatissimo non solo per le membrane mucose, ma ben anche per tutto il sistema nervoso. Ne ho provato molte volte l’effetto sopra alcuni insetti che morivano in pochi minuti secondi in mezzo a spasimi convulsivi. Come pianta essenzialmente narcotica l’azione del tabacco non può che essere irritante. So bene che vi sono molti cantanti che fumano e costantemente, senza risentirne incomodo; meglio per essi; però ciò non toglie che il fumare non sia essenzialmente irritante, e come tale non debba essere proscritto siccome nocivo.
La gola è già abbastanza irritata dall’azione naturale del canto che eccita in modo particolare la circolazione de’ vasi capillari che irrigano la superficie delle membrane mucose, senz’aumentarne l’irritazione con un esterno incentivo. Oltre l’azione diretta che ha sulla gola, il fumare influisce altresì sulle funzioni dello stomaco, e ciò facilmente si scorge in colui che non essendovi ancora abituato non può sopportarne gli effetti nauseanti, se non tenta la prova. Si astenga dunque il cantante di crearsi nuove abitudini capaci di non indifferenti conseguenze, e che d’altronde tanto costano ad acquistare per provarne diletto, quanto per perderle una volta abituativi.
Testo estratto da Guida teorica – pratica ad uso dell’artista cantante, Leone Giraldoni, Milano, 1884. – Luca D’Annunzio.