Lilli Lehmann:
La voce di testa
Quando più grandi sono gli sforzi fisici per costringere il suono e per trattenerlo, tanto peggiori saranno le conseguenze. Per la maggior parte degli sfortunati cantanti il risultato sarà la perdita della voce!
Se già i primo o il secondo stadio del tremolo sono difficili da rimuovere, perché raramente si riconoscono le cause e ancora più raramente si conoscono i rimedi, riparare al terzo stadio sarà addirittura una battaglia che può essere vinta soltanto con enorme pazienza.
No ci sono cure miracolose per il cantante. La voce può essere recuperata solo molto lentamente, vibrazione dopo vibrazione. La parola “vibrazione” dà già l’idea di questo faticoso lavoro. Il fiato non deve più scorrere incontrollato attraverso le corde vocali già indebolite, ma deve essere sempre e soltanto premuto contro il petto, come se dovesse uscire da lì. I muscoli della gola devono rimanere inattivi finché non hanno perso l’abitudine a muoversi spasmodicamente e finché gli armonici superiori non ritornino a vibrare correttamente, a lungo, anche nei piano. All’inizio tutto questo sembra impossibile ed è effettivamente molto difficile poiché richiede tutte le energie del paziente; tuttavia egli può riuscire a guarire e comunque questa cura non può essere evitata, essendo l’unica via per una completa guarigione. Il paziente dovrà attraversare un periodo assai spiacevole. Se sarà diligente e attento, molto presto non canterà più nel vecchio modo, anche se quello nuovo gli sarà ancora in gran parte oscuro perché il suo orecchio sarà ancora abituato a sentirsi i vecchi suoni. Possono passare anni prima che egli sia nuovamente in grado di usare correttamente i muscoli che per così tanto tempo sono stati maltrattati. Nessuno dovrebbe evitare intimorito questa cura perché, se anche non dovesse servirgli nella pratica di cantante, gli servirà senz’altro in quella d’insegnante, dal momento che un insegnante deve saper cantare in modo corretto. Com’è possibile descrivere sensazioni fonatorie agli altri senza averle mai provate? Sarebbe come se volessimo insegnare una lingua che non abbiamo mai parlato, o uno strumento che non abbiamo mai suonato. Chi non si ascolta, come può insegnare agli altri ad ascoltare?
Lo stadio della malattia e l’abilità del malato naturalmente concorrono a determinare la velocità di guarigione. Ma no ci si può togliere un’abitudine consolidata negli anni come fosse un abito vecchio, d’altra parte anche ogni abito nuovo è scomodo. No si può pretendere né da se stessi, né dagli altri una rapida guarigione. Con coraggio ed energia si imparerà a usare la propria voce in modo consapevole, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio.
D’altronde ci si deve aspettare anche dopo essere guariti che le vecchie abitudini possano riaffiorare, come i calli nei giorni di pioggia, appena si presenti qualche indisposizione fisica. Questo però non deve scoraggiare, perché solo chi l dura la vince!
Come ho già detto prima, i cantanti con problemi vocali vorrebbero guarire con cure miracolose e ci sono anche insegnanti e cantanti che si vantano di aver fatto una cura miracolosa di poche settimane e addirittura poche ore.
Io però vi avverto: guardatevi bene da costoro! Così come dai medici senza scrupoli che armeggiano con pennelli intorno alla laringe, la bruciano, la tagliano, peggiorando la situazione anziché migliorarla.
No c’è altra cura se non uno studio lento e scrupoloso delle cause della malattia, che in quasi tutti i casi consiste el far scorrere il fiato attraverso le corde vocali in modo incontrollato, nel trascurare la voce di testa, ossia degli armonici superiori, oltre che nel forzare l’altezze e l’intensità del suono nell’area di risonanza sbagliata del palato e nel contrarre in modo spasmodico i muscoli della gola. Qui vanno cercati gli errori più comuni; il mezzo per curarli consiste prima di tutto nel riconoscerli.
Il processo di guarigione è lungo e difficile. Esso richiede un’enorme pazienza da parte sia del malato sia del medico, cioè da parte dell’allievo e dell’insegnante (l’unico vero medico), poiché i nervi della testa, che pure devono partecipare attivamente e senza fatica alla produzione della voce di testa, sono già abbastanza provati alla consapevolezza della propria incapacità.
La correzione della voce richiede la massima obiettività e attenzione da parte dell’insegnante, che deve infondere coraggio all’allievo; a quest’ultimo sono richiesti calma, pazienza e nervi saldi per raggiungere l’obiettivo desiderato. Volere e potere!
Testo estratto da Il canto: arte e tecnica, Lilli Lehmann, 1922. A cura di Valentina Valente. Traduzione di Elvira Carlotti. – Luca D’Annunzio.