Riflessioni sull'arte del canto

Manuel García:

Eccessi vocali

 

Di tutti gli strumenti, la voce umana è il più delicato e fragile. Essendo gli organi, che servono a produrla, soggetti alla doppia influenza e delle cause generali di salute o di malattia e di tutte le passioni che ci agitano, essi trovansi esposti a mille differenti pericoli. I cantanti, cui tanto preme la conservazione del loro strumento, conosceranno la necessità di cure delicate ad oggetto di antivenirne le alterazioni o la perdita totale.

E prima d’ogni altra cosa, è dover loro di evitare ogni eccesso di qualsiasi genere; che non ve n’ha un solo il quale non eserciti immediatamente sugli organi vocali un’azione funesta per limitarci a quegli abusi de’ propri mezzi, a cui può lasciarsi trascinare il cantante, anche nel semplice esercizio del canto, registreremo siccome dannoso: 1.° l’uso troppo frequente de’suoni acuti di petto e di testa; 2.° lo smodato sforzar della voce; 3.° l’ esagerazione dei colori, principalmente nei canti eseguiti a piena voce ed in suoni elevati. De’ due colori, quello la cui esagerazione riesce maggiormente dannosa è l’oscuro, a cagione degli sforzi cui costringe i muscoli della faringe ; 4.° finalmente, il ridere a gola spalancata, i lunghi e troppo animati discorsi, i gridi, a clamori. Simili eccessi faticano l’organo, lo rendono momentaneamente rauco, e, ripetuti sovente, finiscono a distruggerlo del tutto. E ciò accadrebbe ancor più presto se tali imprudenze avessero luogo all’aria aperta, e più ancora sotto la influenza d’un’atmosfera fredda ed umida, di sera specialmente.

Freschezza e spontaneità sono le più pregevoli qualità della voce, ma sono ad un tempo anche le men solide. Una volta perdute non si riacquistano più: e il colore rimane impallidito, senza speranza di ricuperare la primitiva bellezza. Una voce ridotta a tale spossamento appellasi voce rotta. Spesso l’abuso dello studio può condurre a conseguenze non mono gravi.

Testo estratto dal trattato completo dell’arte del canto di Manuel García, tradotto in italiano da Alberto Mazzucato, Ricordi Milano, 1842 -1847.

error: Content is protected !!