Riflessioni sull'arte del canto

Miguel Barrosa:

Sulla definizione dei registri e delle tessiture della voce umana

 

Le voci non sono definite per la loro estensione ma dal colore. Un soprano leggero può essere privo di sovracuti e non per questo essere un soprano lirico ma sì un soprano leggero giusto, che se potesse cantare un Rigoletto, non brillerebbe nemmeno adeguatamente in un’opera lirica, che richiede un soprano con un colore di voce adatto al genere. Ci sono tenori corti che non sono in grado di passare da un la naturale e non per questo sono baritoni. Come ci sono baritoni capaci di dare il sì naturale e non per questo sono tenori. Il colore, solo il colore è quella cosa che indica i diversi tipi di voce, qualunque sia la loro estensione.

D’altra parte, emettere una nota alta non significa che si possa cantare in tutta una tessitura acuta. Non è una sola nota che bisogna dare durante il canto di un’intera partitura, ma sostenere la tessitura costantemente; cosa difficile da ottenere cantando in una tessitura che non sia quella appropriata. È la tessitura che pesa e molte volte un tenore arriva con difficoltà a dare un acuto, se la tessitura tutta acuta, gli produce affaticamento o stanchezza. Non è lo stesso dare il do naturale dopo un canto comodo che darlo dopo un canto teso, anche se il do è sempre la stessa nota, prodotta dalle 512 vibrazioni delle corde in movimento…

Se questo accadesse a un tenore che canta in tessitura di tenore, non diciamo cosa accadrebbe a un baritono, per quanto leggero che sia, se provasse a cantare nella tessitura del tenore. È più facile trasformare un passero in un usignolo che un baritono in un tenore.

Ora, se il baritono ha cantato su quella corda per un certo tempo e poi ha studiato e cantato da tenore, vorrà dire che è sempre stato tenore, anche se all’inizio avesse cantato da baritono, probabilmente a causa del possedere un timbro di voce poco definito e facile da confondere. La famosa soprano Arangi – Lombardi cantò da mezzosoprano all’inizio della sua carriera lirica, per poi essere una celebre soprano drammatica. A lei personalmente ho sentito dire: «Come mezzosoprano sentivo una pesantezza nella mia voce che dopo da soprano drammatico, non ho sentito; al contrario canto con grande facilità.» Cioè, era sempre stata soprano, anche se aveva cantato per tanti anni come mezzosoprano, anche con successo. Il tempo può far subire modifiche alla voce, e non è raro il caso del tenore lirico che finì per cantare drammatico, ma sempre come tenore e non come baritono.

È necessario non perdere di vista che il canto non è uno sport di forzuti, in esso è quindi superflua ogni violenza. Con la forza, nel canto non si ottengono mai benefici, né nell’ordine artistico né nel fisico. Ogni voce dà di sé ciò che la natura gli ha concesso e ciò che il suo maestro può ampliare. Ma la natura ha il suo limite e questo non si dovrebbe mai provare a superarlo.»

Testo estratto da El Bel canto en la teoría y la práctica, Miguel Barrosa, Madrid, 1951.

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